Hello folks! Eccoci ad un altro sfavillante episodio di 15 Donne nella scienza. Se sei capitata qui per caso e non sai di cosa sto parlando puoi recuperare le puntate precedenti qui e qui.
Premessa: purtroppo su questa scienziata non sono riuscita a trovare neanche un libro in italiano. Ma come, manco uno? No, nessuno. La cosa mi lascia un po’ di amaro in bocca perché, come scoprirai tra poco, il suo contributo alla scienza non è stata cosa di poco conto. Magari però non ho cercato abbastanza bene e in modo approfondito, per cui prometto – croce sul cuore – di cercare ancora del materiale e aggiornare questo post in futuro nel caso in cui la mia missione abbia successo. Ma ora bando ai lamenti e partiamo.
Oggi ti presento la storia di Mary Anning, paleontologa, appassionata di storia e cacciatrice di fossili per professione.
Mary Anning nasce il 21 maggio del 1799 (ho scelto di raccontare la sua storia questo mese perché tra un paio di settimane potremo festeggiare il 218° anniversario della sua nascita, fico, vero?). La nostra Mary ha passato tutta la propria vita a Lyme Regis, un piccolo paesino della contea del Dorset a confine con il Devon, nell’Inghilterra meridionale.
Benvenuti nella ridente cittadina di Lyme Regis
Lyme Regis si affaccia sull’oceano. “È un luogo incantevole in cui vivere”, ci direbbe Mary Anning, “quando apro le imposte del mio cottage, vedo la spiaggia e le rocce tutto attorno, che affondano nel mare. Riesci a scorgere quelle scogliere, laggiù? È la Jurassic Coast, ed è chiamata così per via dei numerosissimi fossili che si trovano tra i dirupi e gli scogli di questa pittoresca lingua di terra”.
È qui che che nasce la nostra protagonista, Mary Anning e da qui inizia la nostra storia. Mary apprende la passione per i fossili dal padre che li raccoglieva per rivenderli ai turisti, come era uso comune nella cittadina di Lyme Regis. Tra il settecento e l’ottocento, infatti, i fossili diventano la principale attrazione turistica del villaggio e vengono venduti come piccoli souvenir e curiosità. Si tratta soprattutto di ammoniti e belemniti.
Una professione pericolosa
Raccogliere fossili diventa per Mary Anning un vero e proprio lavoro, che le permette di contribuire al bilancio famigliare. Ma raccogliere fossili è un mestiere pericoloso: bisogna spingersi tra gli anfratti e le scogliere più scoscese, e poi scavare e scavare ancora. Fino a quando non si ha un po’ di fortuna. Non è cosa facile perché spesso questi luoghi non sono sicuri e possono verificarsi incidenti, crolli e frane. Durante un’uscita Mary rischia quasi di perdere la vita, e il suo cane Tray muore nell’incidente.
Ma la vita di Mary non è estranea agli eventi sinistri e straordinari, oserei dire miracolosi: quando Mary ha solo 15 mesi di vita, viene colpita da un fulmine durante una tempesta, mentre si trova in braccio ad una conoscente che assieme ad altri si è riparata sotto ad un albero. Mary è l’unica che sopravvive all’incidente.
Le scoperte di Mary Anning
Nel 1811 Mary, assieme al fratello Joseph, scopre prima il teschio e poi il resto dello scheletro di un ittiosauro. Solo il teschio misura più di un metro. È una scoperta scientifica straordinaria, anche se inizialmente lo scheletro viene scambiato per quello di un coccodrillo e venduto ad un lord della zona, che lo inserisce tra gli esemplari della sua collezione naturalistica. Finalmente viene poi riconosciuto dal naturalista Charles Konig, classificato, e posto in un museo.
Il Cocco-ittiosauro è solo il primo di una lunga serie di scoperte di Mary Anning:
- Nel 1820 trova uno scheletro incompleto di plesiosauro, mai scoperto prima d’ora, per questo viene anche accusata di averlo falsificato. I dubbi decadono quando Mary ritrova un secondo esemplare.
- Nel 1828 trova il primo fossile di rettile volante scoperto in Inghilterra, purtroppo incompleto: è uno pterosauro, poi identificato come Dimorphodon macronyx.
- Mary ha inoltre modo di scoprire nuove specie di pesci fossili, tra cui la prima Squaloraja (1829).
Metodo di ricerca, studio e osservazione
Nella ricerca dei fossili l’approccio di Mary è sempre rigoroso: tratta i fossili con grande attenzione, osserva e scopre cose straordinarie, come ad esempio la presenza di sacche di inchiostro nei belemniti, o le feci fossili (poi chiamate coproliti) che fino ad allora venivano chiamate bezoari. Alcune di queste sue scoperte vengono attribuite ad altri, lo stesso accadde per le specie di rettili e pesci fossili di cui parlavamo sopra.
Cosa rimane di Mary Anning?
Mary Anning muore all’età di 48 anni per un cancro al seno e in ristrettezze economiche. Non ottiene riconoscimenti mentre è in vita, perché era una donna e di umili origini, e di fatto automaticamente esclusa da accademie e circoli scientifici. Solo verso la fine della sua vita le vengono riconosciuti alcuni dei suoi meriti.
Nel febbraio del 1865, quasi vent’anni dopo la sua morte, Charles Dickens scrive sul periodico settimanale All the Year Round, da lui diretto, un articolo sulla vita di Mary Anning, sottolineando principalmente le difficoltà che aveva dovuto affrontare nel suo lavoro e concludendo con questa frase:
La figlia del carpentiere si è conquistata un proprio nome, e lo ha meritato.
Il contributo di Mary Anning alla paleontologia, disciplina che vedeva la luce proprio in quegli anni, è davvero notevole e trovo che sia doveroso da parte nostra ricordarlo.
Conoscevi questa storia? Ti è piaciuta?
Spero che questo racconto illustrato ti abbia fatto battere il cuore, ci rivediamo qui nel blog tra due settimane per parlare della prossima Donna nella scienza.
A presto,
Irene