Ciao e buon lunedì! Eccoci arrivati ad un altro scoppiettante episodio di 15 Donne nella scienza, la scienziata di cui parliamo oggi è Rosalind Franklin. Se sei capitata qui per caso e non sai di cosa sto parlando puoi recuperare le puntate precedenti qui e qui.
Rosalind Elsie Franklin è stata una chimica e una cristallografa. La ricordiamo soprattutto per il suo contributo allo studio della struttura molecolare del DNA, dell’RNA, di alcuni virus delle piante, del carbone e della grafite.
Il lavoro di Rosalind Franklin sulle immagini di diffrazione a raggi X del DNA ha portato alla scoperta della doppia elica del DNA.
Da grande farò la scienziata
Rosalind nasce a Londra nel 1920 da una famiglia benestante di origine ebrea. Fin da piccola dimostra di avere una mente brillante e una predisposizione per le materie scientifiche, così i genitori la iscrivono alla prestigiosa St. Paul’s Girls’ School. In seguito, contro il volere del padre, Rosalind si iscrive alla facoltà di Chimica e Fisica dell’università di Cambridge, e si laurea con una tesi sulle caratteristiche strutturali delle molecole del carbone. In seguito si trasferisce a Parigi, dopo la fine della seconda guerra mondiale, per studiare la tecnica di diffrazione dei raggi X che permette di indagare i solidi cristallini.
Rosalind si rivela un vero asso in questo lavoro, per questo motivo viene invitata nel laboratorio di Biofisica del King’s College di Londra, dove si iniziava a studiare il DNA. All’epoca Rosalind Franklin ha solo 30 anni, e uno straordinario potenziale.
Sai dire tre volte di fila acido desossiribonucleico?
Allora non si sapeva quasi nulla sul DNA, sulla sua struttura o sulla trasmissione dei geni. Per questo la scoperta di Rosalind Franklin è così importante: essa fornisce prove sperimentali della struttura del DNA. Ok, ma come? Con un’immagine, o meglio, una fotografia.
Il DNA ovvero l’acido desossiribonucleico (ricordi quanto era divertente ripeterlo durante le interrogazioni di scienze? :)) contiene il nostro bagaglio genetico, necessario alla biosintesi di RNA e proteine (le molecole che permettono lo sviluppo di tutti gli esseri viventi), ed è di fatto, la chiave della vita.
Quello che siamo è scritto in questi due luuuuunghi filamenti che attraversano le nostre cellule andando in direzioni opposte e senza incontrarsi mai. La scoperta della struttura del DNA ha permesso di capire come le informazioni genetiche si trasmettano dai genitori ai figli. Megawow.
Ti scatterò una foto, cit.
Ora ti starai chiedendo: una scoperta talmente rivoluzionaria meriterà ben almeno un riconoscimento, giusto? E invece…i meriti per questa grande scoperta non arrivano per Rosalind Franklin, almeno fino a quando lei è in vita. Infatti sono i suoi colleghi, James Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins a ricevere il Nobel per la Medicina nel 1962. Al suo posto. Grazie al prodotto della sua scoperta.
I tre scienziati costruiscono il modello a doppia elica grazie alla famosa “foto 51” del DNA, l’immagine di cui accennavo qualche riga più in sù. La foto del DNA è stata ottenuta proprio da Rosalind Franklin grazie alla tecnica di diffrazione dei raggi X.
La foto 51 venne sottratta dal laboratorio di Franklin e condivisa con Wilkins e Watson senza che lei ne fosse a conoscenza. Ma non è tutto, il contributo di Rosalind Franklin non viene mai menzionato, nemmeno durante la premiazione del 1962.
Oltre al danno, la beffa
Alcuni anni più tardi, nel suo libro La doppia elica, Watson racconta del furto, definendo l’episodio in maniera scherzosa e comunque continuando a sminuire il contributo di Franklin nella scoperta della struttura del DNA.
Il movimento femminista e un’amica di Rosalind, Anne Sayre, si sono battuti affinché le fosse finalmente attribuita e riconosciuta questa straordinaria scoperta. Purtroppo però Rosalind muore nel 1958, quattro anni prima dell’assegnazione del Nobel, che viene conferito solo a scienziati viventi.
Rosalind Franklin è morta a soli 37 anni a causa di un cancro ovarico (si suppone causato dalla frequente esposizione ai raggi x).
La sua rivoluzionaria scoperta ha permesso agli scienziati di tutto il mondo di approfondire la conoscenza di chi siamo e qual è il bagaglio che portiamo con noi da secoli e secoli.
James D. Watson e Rosalind Franklin
L’ambiente al King’s College risulta ostile per Rosalind, che si scontra fin da subito con lo sprezzante atteggiamento dei colleghi maschi. Maurice Wilkins poi, non apprezzava il suo modo di lavorare totalmente indipendente e fuori dal comune.
Ecco alcuni passaggi estrapolati dal libro di James D. Watson La doppia elica:
[…] Ma la maggior parte della nostra conversazione si accentrò sull’argomento Rosalind Franklin. La ragazza stava dando più fastidi che mai. Ora pretendeva che Maurice non prendesse nemmeno più fotografie del DNA con i raggi X. […] Si era arrivati al punto che Rosy non comunicava nemmeno più a Maurice i suoi ultimi risultati. Per sapere a che punto stavano le cose egli doveva attendere ancora tre settimane, quando Rosy avrebbe tenuto un seminario sul suo lavoro degli ultimi mesi.
James D. Watson, La doppia elica: trent’anni dopo, Milano, Garzanti, 2004, p.75.
Pare che Watson, fosse più interessato all’aspetto fisico e al carattere di Rosalind Franklin che al suo lavoro:
Rosy parlò davanti a un uditorio di circa quindici persone, in un linguaggio rapido e scattante, che ben si adattava alla vecchia aula disadorna in cui eravamo raccolti. Non v’era traccia di calore o brio nelle sue parole. Eppure aveva un suo vago fascino. Mi sorpresi a chiedermi per un momento che aspetto avrebbe avuto senza occhiali e con un’altra pettinatura. […] Anni di attenta e arida ricerca cristallografica avevano lasciato in lei la loro traccia. […] Poi la discussione si arenò e dal viso degli ascoltatori fu chiaro che, o non avevano nulla da dire o trovavano di cattivo gusto continuare a ripetersi. Forse erano restii […] a citare modelli nel timore di attirarsi una risposta brusca da Rosy. E d’altra parte non era simpatico sentirsi dire da una donna, al momento di affrontare quella grigia e nebbiosa sera di novembre, che non era scientifico dare giudizi su argomenti di cui non si aveva sufficiente competenza. Era il sistema migliore per riportare alla memoria qualche spiacevole ricordo dei tempi di scuola.
James D. Watson, La doppia elica: trent’anni dopo, Milano, Garzanti, 2004, pp. 83-84.
Difficile, se non impossibile, negare l’avversione e la misoginia di Watson nei confronti di Franklin. Personalmente, vorrei che le cose si fossero chiarite in questo modo tra di loro (vedi disegnino qui sotto).
Per approfondire:
- Una biografia di Brenda Maddox sulla storia di Rosalind Franklin. Il libro che ho linkato è in inglese, ma si trova anche in italiano con il titolo di Rosalind Franklin, la donna che scoprì la struttura del DNA.
- Un documentario in inglese sulla scoperta del DNA e la storia di Rosalind Franklin. La musica è agghiacciante al punto giusto, ma il filmato non è male. XD
- Un breve fumetto su Rosalind Franklin disegnato da Kate Beaton, che evidenzia la difficoltà di inserirsi in un ambiente prevalentemente maschile (e maschilista), come quello del King’s College negli anni ’50-’60.
Spero che questo racconto illustrato ti sia piaciuto! Ci vediamo al prossimo appuntamento con 15 Donne nella scienza, qui sul blog tra due settimane!
A presto, un abbraccio,
Irene